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La piazza di Castel Gandolfo è diventata il cuore pulsante dell’Hallelujah Film Festival 2025 con un appuntamento che ha unito musica, arte e incontro. Tra i protagonisti più attesi della giornata ha spiccato Amedeo Minghi, cantautore capace come pochi di trasformare la parola in melodia e la melodia in emozione condivisa. La sua presenza sul palco si è inserita in un programma articolato, pensato come momento di apertura alla comunità, in cui istituzioni, artisti e pubblico si sono incontrati nel segno della cultura e della partecipazione.

Amedeo Minghi: la musica come racconto interiore e memoria collettiva
Da oltre cinquant’anni Amedeo Minghi rappresenta una voce unica nel panorama musicale italiano, capace di coniugare intensità emotiva, spiritualità e raffinatezza poetica. Le sue canzoni hanno attraversato generazioni, parlando di amore, attesa, silenzio e ricerca interiore con una sensibilità che resta intatta nel tempo. Sul palco dell’HFF 2025, Minghi ha portato non solo un repertorio che fa parte della memoria collettiva, ma anche un’idea di musica come spazio di ascolto profondo, dove la parola cantata diventa occasione di riflessione e di condivisione emotiva. La sua esibizione si è inserisce perfettamente nello spirito del festival, che vede nell’arte un linguaggio capace di unire e dare senso.

Un programma che intreccia istituzioni, premi e performance artistiche
L’appuntamento si è aperto con il benvenuto del Sindaco Alberto De Angelis, seguito dal saluto dell’Autorità ecclesiastica e dall’introduzione degli artisti a cura di Pascal Vicedomini, fondatore dell’HFF. A seguire, le premiazioni dei vincitori del Contest digitale Hallelujah FF 2025 hanno segnato un momento dedicato alla creatività emergente. Accanto alla presenza di Minghi, il programma ha accolto figure di grande rilievo come Dario D’Ambrosi e il Teatro Patologico, con il loro lavoro radicale e necessario sul teatro e la fragilità mentale, e Moustapha Mbenge con i Tam Tam Morola, che hanno portato in scena la forza vitale delle tradizioni musicali senegalesi attraverso ritmo, danza e coralità.

Un palco aperto al dialogo tra musica, cinema e visioni contemporanee
La giornata si è arricchita inoltre della presenza di Jordan River, regista noto per il suo cinema simbolico e spirituale, e di Michele Josia, compositore e direttore d’orchestra capace di dare forma sonora a storie cariche di emozione. In questo contesto, l’esibizione di Amedeo Minghi ha assunto un valore particolare: non solo momento musicale, ma punto di raccordo tra linguaggi diversi, tra parola, immagine e suono. Il palco dell’HFF 2025 si è confermato così come uno spazio aperto, in cui la poesia della musica dialoga con il cinema, il teatro e la ricerca artistica contemporanea, offrendo al pubblico un’esperienza culturale condivisa e profondamente umana.